L’Alta Corte del Coni ha respinto il ricorso del Cagliari contro la sentenza della Corte di Giustizia Federale che aveva deciso lo 0-3 a tavolino per la partita non giocata contro la Roma lo scorso 23 settembre allo stadio Is Arenas. L’organo di giustizia ha anche condannato la società di Cellino a pagare le spese legali. Termina qui (almeno per ora?) l’infinita vicenda legata a questa partita mai giocata. Tutto iniziò il 23 settembre 2012, quando dopo l’invito del Prefetto di Cagliari a non disputare la partita, Massimo Cellino si oppose con una provocazione a tal punto da esortare i propri tifosi a recarsi ugualmente allo stadio con un “Venite ugualmente ad Is Arenas, non c’è nessun problema“.
Il 20 novembre 2012 la Corte di giustizia della Federcalcio respinse il ricorso del Cagliari e dopo la sentenza Cellino diede la colpa ad Unicredit, la banca che in sostanza controlla l’AS Roma. Qualche mese dopo, il 14 febbraio 2013, proprio nel giorno in cui viene arrestato il presidente del Cagliari, il Tar della Sardegna diede ragione al patron dei sardi. Il tribunale accolse infatti il ricorso del club rossoblu. Oggi è arrivata una sentenza che potrebbe mettere la parola fine alla storia infinita. Con questo risultato deciso nelle stanze dei tribunali il Cagliari resta a 35 punti in classifica, mentre la Roma mantiene inalterato il suo quinto posto, insieme a Lazio e Inter, a quota 47.
IL COMUNICATO DEL CONI
L’Alta Corte di Giustizia, dopo l’udienza odierna in cui sono state sentite le parti, ha respinto il ricorso presentato dalla Cagliari Calcio S.p.A. contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio e nei confronti della A.S. Roma S.p.A. per l’annullamento della decisione resa dalla Corte di Giustizia Federale della FIGC (pubblicata sul C.U. n. 94/CGF del 20 novembre 2012), in cui al Cagliari Calcio era stata comminata la sanzione della perdita della gara Cagliari-Roma (23 settembre 2012) con il punteggio di 0 a 3, del campionato nazionale di Serie A.
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